Tuesday 30 July 2013

Recensione de: Aurelia Di', di Carmela Fiorella Mazza

Cecile ti ha amato come tu pretendevi, avendo annullato la sua natura di donna e i suoi desideri…

Merita simpatia e rispetto una signora di una certa età, che dedica un libro al suo splendido nipotino. Fin dalle prime pagine “Aurelia Di” risulta poi scritto con garbo e prosa coinvolgente. Ho così deciso di leggerla questa sua sagra familiare. Ci troviamo nella Sicilia dell’immediato dopoguerra dove vivono, in una splendida villa, i conti d’Albano, con la madre Cecile, irlandese, che “porta scolpita nel volto una dolcezza unica, rassicurante”. Loro sono dieci figli e la protagonista, Aurelia, un io-narrante, ripercorre le loro vicende, da quando erano bambini, ad un oggi, in cui i fratelli si ritrovano tutti insieme, dopo dieci anni di separazione. Tanti ne sono infatti passati da quando loro, fratelli, ancora vivevano insieme in quella casa. Lei vuole essere la prima a giungervi, ed ecco che i ricordi le si affacciano lievi, ma anche prepotenti alla memoria. Si susseguono così piccole scene di vita quotidiana nella grande casa austera, dove regna una severa disciplina, ma anche l’ombra amorevole e vigile di Mara, la vecchia governante, “donna senza tempo, antica nelle forme e nel portamento”. Quando lei ha dodici anni, la madre, già debole di costituzione, anche per la fatica delle tante gravidanze, si ammala e lentamente muore. In famiglia nessuno però parlerà mai di quell’evento: “Era come se ognuno di noi avesse preferito elaborarlo nella solitudine della propria anima”. Poi i ragazzi crescono e iniziano una nuova vita. Una sorella si sposa, con la benedizione di tutta la famiglia, mentre un fratello si fidanza con una ragazza di origini brasiliane, che proprio non piace al padre, tanto da vietare alla coppia di farsi rivedere da lui. Un padre padrone, sempre preda dei suoi pregiudizi. Crescendo, Aurelia prova stani turbamenti nei confronti del fratello gemello Gianni. Li attribuisce al suo passaggio verso l’età adulta. “Mi prese una sorta di desiderio strano, dal quale ero già fuggita altre volte, e che mi aveva destato sgomento. Mi sentivo naturalmente attratta da lui, come la calamita a contatto col ferro”. L’altra sorella, Marinella inizia invece ad allontanarsi inspiegabilmente da lei. Vi è anche un altro fatto che viene a turbare la ragazza. In più di un’occasione si accorge di essere spiata, seguita per strada da una barbona, una strana figura femminile tutta avvolta in un grande manto. Ne è turbata, indispettita. La famiglia continua in ogni caso a vivere serena e unita. Alcuni fratelli si sposano, pur continuando a vivere nella grande casa, ed iniziano ad arrivare i primi nipotini. Solo alcuni, per lavoro o per proprio desiderio, vanno a vivere lontano. Poi il padre muore e tra i fratelli iniziano i primi veri dissidi, per questioni ereditarie. Subentra infine un tracollo finanziario per alcuni di loro. Anche all’interno delle nuove coppie iniziano le tensioni. Quanto ad Aurelia, nel frattempo lei è andata a lavorare alla biblioteca comunale. Ma finirà per incontrare anche lei l’amore? E lo strano atteggiamento della sorella, ed il mistero della barbona che la segue? Le risposte a queste domande non possono ovviamente che essere lasciate alla scoperta del lettore. Giunge infine la malattia del primogenito, e il timore che possa andarsene anche lui porta i fratelli ad accantonare almeno momentaneamente i reciproci dissapori ed a riunirsi ancora una volta tutti nell’antica casa. Certamente un libro di buoni sentimenti, ma con un esito assolutamente non scontato. In altre parole, un libro di cui si consiglia la lettura.

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