Seguire una scia di segnali, che solo apparentemente
sembrano coincidenze, per raggiungere nell’ultimo giorno dell’anno il risultato
perfetto, proprio come in un algoritmo
Spigliata, allegra, subito cattura l’attenzione del
lettore e lo coinvolge per la sua simpatia, Cinzia, l’io-narrante di questo
breve romanzo di Stella Stollo. Lei ha appena compiuto quarant’anni ed ogni
tanto si sperde in riflessioni sulla sua vita, come a volerne trarre un senso,
senza tuttavia avventurarsi in veri e propri bilanci di mezza età. Si sente ancora
bella ed attraente, anche se alcune maledette rughe iniziano ad indicare il
passare degli anni.
Ha un bel lavoro, che la soddisfa, è art-director in una
enolibreria di Orvieto, un “locale abbastanza stravagante, con libri, vini e
salse, quadri, sculture, caffè e bibite”. E’ anche una discreta sommelier.
Ma è anche single, essendosi lasciata alle spalle un
penoso divorzio. A tratti si sente sola, drammaticamente sola. Per tirarsi su si
fa regali gratificanti; si dedica all’arte, per lei godimento puro come
l’estasi dei santi medievali. Legge a letto fino a tardi, “riscaldata e
coccolata dalla seta lucida rossa del copripiumone nuovo, mentre le gocce
tintinnano sui vetri”. Si rannicchia sul “morbido divano con sopra il caldo
plaid a fiori davanti al caminetto acceso, accanto al tavolino su cui ha
appoggiato tutti i libri nuovi, vicino alla vetrinetta dove tiene quel passito
di Sagrantino… che intenso piacere fisico e spirituale”.
Ma ora ha deciso, si avvicina il capodanno e lei lo
passerà con un uomo! Ha studiato matematica e si è molto interessata a come sia
il cosmo che la natura siano regolati da formule matematiche ed algebriche.
Passerebbe ore a cercare la geometria segreta nascosta nel “caos di luci delle
stelle”, o le varianti della doppia spirale del DNA, e quella che rende così
gentile e geniale la disposizione dei semi nel girasole. Per non parlare delle
piramidi e di tanti edifici monumentali del passato, le cui forme sono ispirate
alla serie di Fibonacci ed alla sezione aurea. Per non ricordare infine lo
stretto rapporto tra pensiero scientifico, arte e musica. Sì, anche il jazz e
non solo la musica classica.
La intrigano soprattutto i frattali e gli algoritmi che
li sottendono; quelle figure che si ripetono nella loro struttura, sino
all’infinito, su scale diverse; quei procedimenti meccanici di calcolo, con le
loro sequenze ben precise di operazioni logiche ed algebriche.
E’ quindi quasi scontato, per lei, cercare un piano
cosmico ben ordinato, “in cui far rientrare il piano della sua esistenza”. Di
conseguenza anche quell’uomo, che dovrà manifestarsi, per consentirle di
mettere un fine al suo attuale e noioso stato di single, non potrà che essere
individuato tramite un’attenta lettura delle sue proprie figure geometriche.
Anzi è convinta di avere nel suo DNA un algoritmo, che quell’uomo lo ha già selezionato
e definito. Si tratta solamente di riuscire ad individuarlo, a leggerlo
quell’algoritmo.
Si accorge poi di alcune strane coincidenze. Una band che
deve venire a suonare nell’enolibreria si chiama Algorithm; il pittore per il
quale deve organizzare una mostra dipinge frattali; un poeta cui sarà dedicata
una speciale serata di letture le lascia scivolare delicate poesie nelle tasche
del soprabito, che sembrano leggerle nel pensiero: “Assaporo l’oblio
dell’oscurità./ Regalami un oblio più profondo/ e fammi volare verso ciò che
non è/ e che sarà”. Si tratta di semplici coincidenze? Sarà uno di questi
l’uomo dei suoi algoritmi? Come raccapezzarcisi?
Il capodanno si avvicina poi inesorabile. Le stelle le
dicono che per lei è venuto il momento di agire d’impulso. Ricorre così anche
ai Yi Ching, altra pratica che la affascina, per i responsi che tramite i suoi
esagrammi sono “come dei lampi intuitivi che sollecitano l’emisfero cerebrale
destro e lo aiutano a percepire una data situazione in tutte le sue
sfaccettature, anche quelle invisibili”.
La risposta è che “i tempi in cui qualcosa nasce hanno
molte difficoltà… Tutto sta muovendosi; nonostante la presenza del pericolo, vi
è la prospettiva di un grande successo”. Probabilmente è l’inconscio della
persona con cui vuole entrare in contatto a parlarle. Bisognerà darsi da fare,
sarà necessario scalare la montagna.
Il finale non potrà stupirci. Cinzia con i suoi pensieri,
a volte in libertà, a volte appena accennati, per tutto il romanzo non ha fatto
che indicarceli gli algoritmi che segnalano l’uomo giusto per lei.
Molto ben scritto, con una prosa fresca e coinvolgente. Avvincenti
le riflessioni sulla geometria del creato, con approfondimenti come quello sulla
struttura del Nautilus. Piacevoli le citazioni estemporanee, quali quella
dell’idea di “musica automatica” che aveva avuto Mozart; e poi le raffinate
poesie che arricchiscono il testo, e che sono dei veri gioielli: “La ragazza
orlava la veste della luna/ di bianchi merletti./ Diventerò indifferente per
poterti ferire/ il giorno che ci rincontreremo./ La ragazza ritagliava figure
d’omba/ seduta sul letto”. Complimenti vivissimi alla Stollo.
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