Monday 24 June 2013

Recensione de: Il segreto di Napoleone di Lara Balercia

     

Fate attenzione o prima o poi finirete per accorgervi di aver visto proprio quello che non avreste dovuto vedere
 
Prima di iniziare un commento sul libro è doveroso proporre un plauso alla giovane Lara Balercia. In un periodo di crisi e di grande crisi dell’editoria, è senz’altro encomiabile che dei giovani provino il desiderio di scrivere, e soprattutto di scrivere con passione, tanto da giungere ad affermare: “Sentivo un bisogno nuovo crescere dentro me: l’esigenza di intraprendere strade difficili, vie che prima mi spaventavano e che mai avrei immaginato di percorrere”. 
A un amante dei musei come me fa poi un gran piacere vedere come il giovanile entusiasmo dell’Autrice l’abbia portata a descrivere, anche con dovizia di particolari e belle immagini, il Louvre e il British Museum. 
Venendo al testo, lo si potrebbe definire una riedizione giovanile, in cui anche il computer gioca la sua parte, di più famosi libri con ricostruzioni fantasiose su vicende del passato, che è qui inutile ricordare. 
Un professore di astrofisica, ormai anziano e malato, casualmente trova tra le pagine di una Bibbia che teneva in biblioteca, lo scritto di un suo antenato, che era al servizio di Napoleone e che lo aveva assistito negli ultimi anni di vita a Sant’Elena. E nello scritto viene detto come in punto di morte l’ex imperatore gli avesse confidato un segreto. O meglio un indizio di qualcosa che doveva essere un importante segreto, costituito da tre gruppi di lettere assolutamente incomprensibili ed in un certo senso insignificanti.  Tuttavia, con l’aiuto di un suo estroso e preparato allievo, esperto di computer e di navigazione in internet, il professore giunge a scoprire che quei gruppi di lettere facevano riferimento alla Sfinge, allo Zed, orologio cosmico simbolo di Osiride ed alla Piramide di Cheope. 
A quel punto non ha dubbi, deve recarsi in Egitto insieme all’allievo, alla ricerca di una seppur remota possibilità di dipanare quella ingarbugliata matassa. Giunti al Cairo i due scoprono realtà inquietanti. Si susseguono quindi belle pagine con descrizione di intrighi, fughe rocambolesche ed omicidi cruenti.
Sullo sfondo una simpatica archeologa francese che si presta a venir loro in aiuto ed un personaggio inquietante e misterioso, l’Innominato.  Le indagini dei due iniziano a dare qualche frutto, in particolare con riferimento alla teoria, secondo la quale l’orientamento delle piramidi rappresenterebbe la Cintura di Orione, fatto che porterebbe anche ad attribuirne la costruzione al decimo-undicesimo millennio prima di Cristo, non da parte degli egizi, ma di un popolo sconosciuto.
Tale primo risultato porta alla individuazione di ulteriori fatti e misteri, quali la connessione tra le Piramdi, il tempio di Angkor in Cambogia e il sito di Tiwanako in Bolivia.  Loro si sono tuttavia troppo avventurati sulla via della scoperta di segreti che non possono essere rivelati. Lo stesso Innominato viene infatti a precisare: “Siamo i custodi di un segreto che nessuno dovrà conoscere, mai. Si tratta di notizie che potrebbero cambiare radicalmente la concezione che l’umanità ha del mondo”. 
Non si può ovviamente rivelare qui il finale del libro, per non gustarne la scoperta ai potenziali lettori. Si può solo aggiungere che Lara Balercia, con un bel salto rocambolesco finisce con il rivelare notizie, che effettivamente nessuno avrebbe dovuto conoscere, e che forse lo stesso Napoleone aveva in qualche modo raccolto. Un segreto violato, che sarebbe stato alla base della sua morte per avvelenamento. 
Un sincero plauso all’Autrice, anche per la sua scrittura fresca e disinvolta.

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